14 febbraio
San Valentino e la festa dei bambini
COME
SPIEGARE AI BAMBINI LA FESTA DEGLI INNAMORATI
San Valentino era un sacerdote che amava
vedere giocare i bambini nel suo giardino. Ogni giorno i piccoli si divertivano
e il prete la sera, prima di mandarli a casa, regalava loro un fiore da portare
con sé. I bimbi portavano il fiore a casa, e coltivavano grazie a quel Santo,
sentimenti di gioia e di amore.
Un giorno però il Santo venne
imprigionato, i bimbi erano molto tristi e non potevano giocare nel loro
giardino preferito perché non avevano la chiave.
Nel frattempo anche due piccioni
scapparono dal giardino per andare a ricongiungersi con il loro padrone. Lo
trovarono dietro le sbarre della finestra della sua cella, dove si posarono e
cominciarono a tubare. Valentino riconobbe i suoi animali e volle mandare un
messaggio ai suoi bimbi attraverso di loro.
Legò allora al collo dei due volatili
due sacchetti a forma di cuore. In uno c’era la chiave del giardino, nell’altro
un biglietto con un messaggio. I piccioni tornarono dai bimbi che con gioia li
accolsero e trovarono i sacchetti. Felici li aprirono e vi trovarono la chiave
per accedere al giardino e il messaggio che recitava: “A tutti i bambini che
amo, dal vostro Valentino”.
Il Santo ha fatto per questi bambini ciò
che l’amore fa per tutti noi:
·
ha dato loro un luogo dove incontrarsi,
ovvero il giardino;
·
ha simboleggiato l’amore con un fiore dimostrando
ai piccoli che l’affetto va coltivato e onorato;
·
ha saputo amarli con un messaggio superando
le distanze e usando parole semplici;
·
ha mostrato loro fiducia affidandogli
la chiave del luogo dal quale era tenuto forzosamente lontano.
SPIEGARE AI
BAMBINI LA FESTA DEGLI INNAMORATI CON I SIMBOLI SEMPLICI DI SAN VALENTINO
Ogni giorno San Valentino apriva il
suo giardino ai bambini, così dobbiamo fare tutti con
l’amore: dobbiamo aprire il nostro cuore a chi amiamo. Il giardino
di Valentino era prezioso, bello, grande e lui lo ha condiviso. Amare vuol dire
con-dividere, dividere con gli altri le proprie fortune, ciò che di bello e
prezioso abbiamo.
Ogni sera Valentino faceva un dono ad
ogni bimbo, metteva un fiore del giardino nelle mani di
ciascuno, così dobbiamo fare tutti con l’amore: dobbiamo concederlo. E,
esattamente come ha fatto il Santo con le sue chiavi, dobbiamo
dare agli altri fiducia, la fiducia di avere a cuore e di proteggere
ciò che a noi stessi è caro.
Le parole hanno sempre
un peso, quelle semplici, poi, meritano di non essere inflazionate e ottenere
ascolto: “A tutti i bambini che amo” ha scritto Valentino nel messaggio
affidato ai piccioni, una frese semplice a dimostrazione che l’amore merita i
fatti e ha bisogno della carezza dolce delle parole.
LE GIUSTE
PAROLE E IL GIUSTO ESEMPIO PER SPIEGARE AI BAMBINI LA FESTA DEGLI INNAMORATI
Da genitori dovremmo più spesso
ricordare a noi stessi quanto siano importanti le parole per percepire l’amore,
nella routine dei giorni tutti uguali, nella dinamica dei rapporti che si fanno
“acquisiti”, se non “scontati”, tante volte dimentichiamo di dichiara
l’amore.
Nel giorno di San Valentino per spiegare ai bambini la
festa degli innamorati ricorriamo alla semplicità della leggenda appena
illustrata: l’amore è come le rose di Valentino,
ovvero è naturale, come esse ha bisogno di cura e fiorendo rende bello il mondo
circostante. Il bellissimo giardino di Valentino ci insegna che l’amore
è incontro, diventa tale quando non è sopraffatto dall’egoismo:
il Santo accoglieva i bambini nel suo giardino perché l’amore che aveva per
loro potesse divenire amore condiviso, unione tra i bimbi stessi. La
natura dell’amore ci avvicina e ci rende complici, ma pretende fiducia.
Ciascuno di noi, infatti, ha un giardino di Valentino nell’animo e una chiave
che può affidare agli altri: il nostro amore sarà maturo e compiuto solo se
permetteremmo agli amici di cogliere le nostre rose e usare le nostre chiavi,
questo non ci rende né deboli né vulnerabili, al contrario fa di noi esseri amati e capaci di amare.
Segue documentazione fotografica delle attività realizzate dai nostri piccoli alunni.
La
tradizione di Sant'Antonio Abate, si festeggia il 17 gennaio. Ma chi era questo
santo e perché è importante?
Il 17 gennaio, nell'anniversario della sua morte
avvenuta nel 356, si celebra la vita di Sant'Antonio Abate, una figura
importantissima del culto cristiano che racconta l'esistenza di un uomo dalle
molte sfaccettature.
La tradizione di Sant'Antonio Abate e la sua storia.
Curiosità!
La storia di Sant'Antonio
Abate parte in Egitto, dove è nato intorno al 250, come riporta
la tradizione cristiana. La sua vita è stata votata alla solitudine, tanto che
per 20 anni ha vissuto da solo sulle rive del Mar Rosso.è colui che
"abbandonando la vita attiva e il consorzio degli uomini, si ritira in
solitudine per dedicarsi alla preghiera In tanti, sono stati incuriositi dalla
sua figura: Sant'Antonio attirava decine di fedeli, Sant'Antonio Abate viene considerato
il fondatore del monachesimo e da qui il suo
appellativo di "Abate". L'abate era colui che raccoglieva più monaci
intorno a sé, tutti desiderosi di consacrare la propria vita a Dio.
le leggende che ruotano su di lui parlano di una
persona umilissima, che viveva nelle grotte e si nutriva di pane offerto dal
vicino villaggio due volte l'anno.
Perché Sant'Antonio viene raffigurato vicino ai maiali?
Più che una
leggenda questa storia su Sant'Antonio racconta il collegamento con gli animali
domestici ma in particolare con i maiali, collegandolo a una delle malattie più
temute del suo tempo, "Fuoco di Sant'Antonio" o "Herpes
Zoster". Per ospitare e i malati di questo morbo che
terrorizzava con i suoi sintomi decine di persone venne costruito un ospedale
vicino al villaggio francese di Saint-Antoine di Viennois. A questi dottori
venne dato il permesso dal Papa in persona di allevare maiali che potevano
circolare liberi se al collo avevano attaccato un campanello. Non è un caso
che, nell'iconografia di Sant'Antonio, questo simbolo appaia molte volte.
I maiali erano importanti perché dal loro grasso veniva estratto l'unguento
che curava e leniva l'herpes zoster: per questo S.Antonio è collegato a questi
animali, tanto che ora ne è il patrono.
Come raccontare
la sua storia ai bambini? Chi era e perché la sua figura è curiosamente legata
ai maiali e in generale agli animali domestici?
Antonio nacque presso Eraclea ,inEgitto da nobili genitori,
ricchi e timorati di Dio. A soli diciotto anni li perdette, rimanendo custode
di una piccola sorella e possessore di considerevoli ricchezze. Orfano da
appena sei mesi, in chiesa sentì leggere le parole di Gesù al giovane ricco: “Se vuoi essere perfetto, vendi quanto hai, e dallo ai
poveri, così avrai un tesoro nel cielo, poi vieni e seguimi”.
Antonio
andò a casa, distribuì le sue sostanze ai poveri, riservandosene solamente una
piccola porzione per il mantenimento suo e della sorella. Poco dopo diede ai
poveri anche il rimanente, pose la sorella in un monastero di vergini, e lui
stesso si ritirò a fare vita penitente nel deserto.
Qui
si sforzava di praticare le virtù che vedeva praticate da altri santi
penitenti, nelle cui cellette spesso si recava per imparare. Lavorava per
procacciarsi il cibo, e tutto ciò che guadagnava in più lo donava ai poveri.
Mangiava pochissimo, una volta sola al giorno, dormiva sulla nuda terra, e
macerava in ogni modo il suo corpo. Dopo un po’ di tempo, si inoltrò nel
deserto e si pose in una grotta. Qui il Demonio ricominciò a tendergli le sue
insidie, e una volta lo percosse tanto che egli fu vicino a morirne; benché per
terra sfinito, Antonio continuò
a pregare e al demonio poi ripeteva le parole di San Paolo: «Nulla mai potrà separarmi dalla carità di Cristo».
Si
inoltrò nel deserto giungendo a una grande grotta; ma furono tante le istanze
che alcuni gli fecero per essere suoi discepoli, che egli li accettò, e questi
incominciarono ad abitare vicino a lui. Morì in età di centocinque anni.
Tutti
coloro che hanno a che fare con il fuoco vengono posti sotto la protezione
di Sant’Antonio, in
onore del racconto che vedeva il Santo addirittura recarsi all’inferno per
contendere al demonio le anime dei peccatori. È invocato contro la peste, lo
scorbuto, i morbi contagiosi e appunto l’herpes zoster detto anche “fuoco di
Sant’Antonio”. I colpiti da questa affezione si recavano in pellegrinaggio
presso Arles, dove
stavano le reliquie del santo.
Questi,
per mantenersi, allevavano maiali che vagavano per le strade nutriti dalla
carità pubblica; il loro grasso veniva usato per curare l’ergotismo, chiamato
il “fuoco di Sant’Antonio” e il meno invasivo herpes zoster. Quando le
ordinanze ecologiche vietarono la libera circolazione delle bestie, fu fatta
un’eccezione per questi suini purché distinguibili da una campanella. Per
questo il santo è raffigurato con un maialino; da qui la sua protezione su
tutti gli animali domestici.
San Martino e il mendicante
LA CREAZIONE RACCONTATA AI BAMBINI
Perché
si chiama così ?
Durante la Messa del Mercoledì delle Ceneri, il
sacerdote pone sulla fronte dei fedeli della cenere benedetta che
è stata ottenuta bruciando i rami dell'ulivo benedetti nella Domenica delle
palme dell'anno precedente. Perché la cenere? Perché
simboleggia la precarietà della vita terrena e vogliono essere un monito per il
fedele affinché mantenga gli impegni della Quaresima.
Quindi con l'espressione Mercoledì delle Ceneri o
Giorno delle Ceneri o, più semplicemente, Le Ceneri, nelle chiese cattoliche si
indica il primo giorno della Quaresima, ovvero il primo giorno del periodo
liturgico in preparazione della Pasqua.
Oggi tutti i cattolici praticanti dovrebbero osservare
il carnem levare, ovvero non mangiare carne in
contrapposizione ai fasti del martedì
grasso (l'ultimo giorno di Carnevale, appunto, in cui si può mangiare
"di grasso").
Molti hanno ancora l'abitudine di fare i "fioretti", come quando si era bambini. C'è chi
sceglie di non mangiare dolci, chi di fumare di meno, chi di dire meno bugie.
Il conteggio dei giorni che
ci separano dalla Pasqua inizia dal mercoledì stesso fino al sabato che precede
Pasqua. In questo periodo, detto comunemente Quaresima, si
ricordano i 40 giorni che Gesù trascorse nel deserto in meditazione e astinenza
e venne ripetutamente tentato dal demonio.
Nel 2021 la Pasqua
cadrà domenica 4 aprile.
LA CANDELORA
Proprio come dice il proverbio, tradizione vuole che se il
giorno della Candelora si avrà bel tempo, si
dovranno aspettare ancora diverse settimane perché l'inverno finisca e giunga la primavera.
... Al contrario, se il 2 febbraio il tempo è freddo e piovoso, la primavera
sta già arrivando.
Il 2 Febbraio si celebra per i Cristiani la
Candelora, ovvero la festa che celebra il ricordo della presentazione di Gesù al Tempio quaranta giorni
dopo la sua nascita. E' così definita perchè in questa data si
benedicono le candele, simbolo di Cristo "luce per illuminare le
genti", proprio come venne chiamato il bambino Gesù dal vecchio Simeone al
momento della presentazione al
Tempio di Gerusalemme
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